Questo fatto mi ha fatto venire voglia di rivedere un film che a suo tempo mi piacque molto, I am Sam, con Sean Penn e Michelle Pfeiffer. Narra la storia di un uomo ritardato e autistico che diviene padre di una bambina invece senza problemi, dovendola crescere da solo in quanto subito abbandonato dalla compagna che non vuole ne' lui ne' la piccola Lucy. Con capacità intellettive di un bambino di 7 anni, Sam, affiancato da un avvocatessa di grido, combatte la sua battaglia processuale impari per non farsi sottrarre l'adorata figlia dagli assistenti sociali e dagli psicologi: costoro reputano infatti che Sam non possa fornire alla bambina il dovuto apporto, soprattutto quando lei avrà superato i 7 anni di età.
Questi due casi sono interessanti perché pongono in contrasto la dimensione naturale e istintiva della genitorialitá con tare intellettive di madre o padre, sulle quali gli esperti di infanzia emettono un giudizio scientifico di inadeguatezza.
Personalmente, resto dell'idea che ad un bambino che nasce, innocente e indifeso, non possa essere comunque sottratto il calore istintivo di un genitore, che per quanto con problemi, sente un figlio a livello epidermico, viscerale, come un'emanazione di se stesso, essendo portato ad amarlo incondizionatamente.
Certamente sono situazioni su cui gli psicologi infantili dovrebbero vigilare costantemente, per intercettare e prevenire ogni criticità che potrebbe comunque emergere, ma strappare d'ufficio una creatura ai propri genitori mi sembra il vero insopportabile crimine.
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