10.2.06

L'amico americano

Ero ancora poco più che un bambino, quando i miei mi portarono ad un cinema di provincia a vedere Provaci ancora Sam con Woody Allen.
12-13 anni forse, pochi per apprezzare lo spiazzante humour del regista americano. Eppure quel pomeriggio mi è restato nella memoria, ed il film pure. L'ironica e normale quotidianeità delle vicende narrate da Allen già da allora suscitò in me la sensazione di qualcosa che faceva star bene, che teneva compagnia.
Da allora, film dopo film, questa sensazione si è sempre riproposta. Il calore che emanano le trame dei suoi film, le musiche, i volti, gli straordinari dialoghi così frettolosi e frastagliati, ma così veri e raffinati, tutto questo mi fa sentire Woody Allen come un amico americano che periodicamente torna a farmi visita.
Anche questo è il bello del cinema e del sogno che provoca. Il piacere fisico di immergersi in trame e situazioni che si vorrebbero vivere, in cui ci si vorrebbe muovere.
Circa un paio di anni fa ho avuto la fortunata sorte di partecipare ad un rinfresco tenutosi a Roma in suo onore a conclusione di un fantastico concerto al clarinetto. Vederlo lì a pochi metri in carne ed ossa, eppure come se si muovesse su celluloide, ennesimo personaggio di un ennesimo suo film, tutto questo ha dato concretezza a quel mio sogno.