26.3.08

L'allarmismo dei giornali

Mi capita da tempo di provare fastido nello sfogliare un quotidiano al mattino. Interrogatomi sul perchè di tale sensazione, sono giunto alla conclusione che, forse più che in passato, i giornali di oggi danno maggiore spazio ad articoli a sfondo allarmante e quindi ansiogeno.
Sia che si parli di alimentazione o di prezzi che di PIL o di cronaca, il taglio che viene dato agli articoli è spesso rivolto ad attrarre l'attenzione dei lettori su un pericolo incombente, sul peggioramento di una situazione, su un progressivo disfacimento di presunte certezze.
Non so dire se questa mia sensazione sia fondata e se l'effetto sia voluto, volendo forse sospettare che la notizia negativa faccia notizia più di quella che conferma uno stato positivo. Elucubrazioni personali, forse. Ma vien da dire che i giornali avrebbero un grande potere energizzante sulla popolazione, consolidando la sua speranza nel futuro e la sua volontà di lottare per renderlo migliore.
Se il giornalista ragionasse su un fenomeno, quand'anche negativo, per trovare spunti di discussione che aprano ad un dibattito per costruire qualcosa di diverso, potrebbe generarsi un'energia virtuosa in grado di portare due, dieci, cento persone a ragionare su come quel qualcosa di diverso potrebbe essere realizzato o perseguito.
Soprattutto perchè il giornale spesso si legge al mattino. Il mattino è l'infanzia della giornata e, come per i bambini, gli stimoli positivi sono fondamentali per la crescita ovvero per i risultati che intendiamo ottenere fino a sera.
Tutto questo per dire che leggendo il giornale, la mia voglia di trovare in esso un amico sapiente ed illuminante è spesso frustrata dalla delusione di incontrare soltanto una vecchia comare che ci aggiorna con cattive notizie.
E' veramente tutto così negativo come ci vogliono far credere?