30.6.08

Aeroporto di Olbia

Un pesante ritardo di un aereo in partenza è tra le esperienze più noiose che ricordi, costringendoti a vagare ore ed ore davanti alle impersonali vetrine che riempiono i lunghi ed asettici corridoi di uno scalo.
Ma ad Olbia l'aeroporto offre qualcosa di più e di unico. La possibilità di osservare centinaia di persone che si apprestano a far ritorno in città, anzi in continente, dopo una vacanza di mare in uno dei posti esclusivi d'Europa.
Colpisce soprattutto l'omologazione che accomuna il modo di apparire e di comportarsi di molti dei passeggeri che lo frequentano, certamente appartenenti ad una classe sociale abbiente ed abituata a codici esteriori ben definiti.
Spicca come si muovono, camminano, cercando la gratificazione dell'essere guardati, assetati dell'attenzione degli altrui occhi intorno. E non che non la meritino, considerata la loro estrema accuratezza nel vestire, l'attento studio di colori, acconciature, accessori, posture e gesti.
Non sono mai troppo giovani. I giovani sfoggiano con naturalezza la splendida seduzione della loro tenera età. Sono invece sfioriti, vissuti e nell'abbigliamento di tendenza cercano un'antidoto ad un'età che sfugge loro.
Ho contato, e ho perso il conto, gli uomini che avevano optato per un giovanile paio di pantaloni rossi. Ho contato, ed ancora mi sono perso, le donne artefatte che ancheggiavano attente a scorgere chi le guardasse. Ho contato, e non ricordo quanto, le famiglie che avevano trasferito sui propri figlioletti di meno di dieci anni la stessa ansia di esibirsi, costringendoli ad un abbigliamento da ventenni e più. Ho smesso presto di contare tutti quelli che si aggiravano al chiuso dell'aeroporto indossando occhiali da sole di ogni foggia, inspiegabile schermo ad una luce tutt'altro che abbagliante. E quanti yachtmen dai bermuda colorati, a lasciare scoperti i miseri polpaccetti da italiano in vacanza...!
Per carità, nulla contro pantaloni rossi, occhiali da sole o bermuda. Mi chiedo solo dove sia finita la profondità di pensiero e soprattutto la personalità che forse - quelle sì - ci si aspetterebbe da chi ha tutti i mezzi, anche economici, per coltivarle.
Andate a visitare l'aeroporto di Olbia in estate, merita. Un viavai di simili, ciascuno che legittima l'altro, rendendo lo scalo una parodia di se stesso.