26.5.09

Caos Calmo (il film)

Avevo letto il libro di Veronesi con qualche pregiudizio, temendo che si muovesse lungo i binari dell'editoria commerciale che negli ultimi tempi lancia opere ad alto potenziale cinematografico o televisivo in termini di spettatori.
Ora che ho visto il film di Grimaldi dopo molto tempo dalla sua uscita, riconosco che mi sono fatto fuorviare ancora una volta dal timore che potesse essere l'ennesimo frutto del proliferare di film a forte contenuto di fiction e di borghesia romana.
Ebbene, il libro l'ho trovato molto bello ed il film, per quanto non un capolavoro, molto piacevole e commovente.
Del libro ho apprezzato ovviamente la trama. Il libro che mi sarebbe piaciuto scrivere, con una atmosfera di malinconica riflessione che l'attraversa dall'inizio alla fine e con un fortissimo messaggio di rifiuto della convulsa esistenza post-moderna votata alle grandi multinazionali e al profitto economico a tutti i costi. Il protagonista ne è vittima, ad essa sacrifica l'affetto familiare arrivando persino a perdere la capacità di provare l'umano dolore di un lutto familiare.
Ma trasformando la criticità in opportunità, riscopre in sè la seminale dolcezza di un padre per la figlia, recuperando, grazie ad essa, quanto meno la forza di provare a cambiare qualcosa della sua esistenza.
Del film ho apprezzato l'indiscutibile carisma di Moretti nel dar vita al personaggio, che assume le sembianze anche caratteriali del cineasta romano, le sue celebri mimiche e nevrosi, la sua profondità. Il Paladini attore è forse superiore al Paladini di carta e a lui dobbiamo tutte le emozioni di un film che per il resto segue abbastanza pedissequamente il libro senza però acquistare una propria distinta dimensione poetica. Forse, mi sarebbe piaciuto vedere la sceneggiatura nelle mani di un regista più di spessore, un Amelio o magari un Soldini.
Eppure è un film che salvo e che ha il merito di emozionare e di far riflettere, e di questi tempi non è poco.