28.10.09

La miseria umana

Prima Berlusconi, ora Marrazzo, prima ancora Mele e Sircana. Il quadro dei nostri politici non è rassicurante in termini di rigore nell'interpretazione del ruolo pubblico attribuito loro da noi elettori. E questo è purtroppo un fatto. A cosa serve tornare ancora a disquisire sull'assenza di valori, di sincera passione di fare politica, sulla mancanza di serietà nel perseguire la missione che ad un politico viene assegnata dal popolo, il vero capo supremo in una democrazia?
Ma passiamo oltre. Queste storie, forse proprio perchè riferite a personaggi così autocelebrativi, hanno posto in luce la profonda umanità che scaturisce dalla sofferenza sincera di un uomo che ha sbagliato e che vede andare in frantumi la sua apparente solidità riscoprendosi meno che nulla. Questa sofferenza, segno di una fragilità interiore che è stata a lungo mascherata dall'illusione di un senso di onnipotenza esteriore, va rispettata e lenita. L'uomo che varca un limite al di là del quale valori morali e proporzioni delle cose appaiono probabilmente distorte dalle mille sfaccettature illusive della nostra psiche, che tutto tende a spiegare e giustificare, non va condannato a priori, perchè forse è un uomo che ha paura o vergogna a chiedere aiuto. Perchè è di aiuto che c'è bisogno per sfuggire all'oblio di droghe chimiche o psicologiche, a mondi così distanti dalla vera semplice esistenza, l'unica realmente meritevole di essere vissuta a pieno.
E fa bene a tutti noi vedere come una donna così improvvisamente ritrovatasi sull'orlo di un baratro familiare, trovi dentro di sè la grande forza di farsi da parte, di mettere a tacere l'amor proprio tradito per capire che è proprio il deprecabile marito ad essere il più debole ed il più bisognoso di aiuto e sostegno. Non è ancora il perdono, ci sarà tempo per lavorarci e forse trovarlo. E' qualcosa di ancora più nobile: la piena percezione della grandezza della fragilità umana.