2.8.11

Tatuiamoci tutti!

Quest'anno fa un certo effetto notare quanti fra coloro che frequentano le spiagge italiane, esibiscono un corpo tatuato in più punti e spesso in modo molto appariscente. Se si eccettuano le presunte potenzialità in termini di seduzione sull'altro sesso, verrebbe da guardare al fenomeno con molta curiosità.
Molti anni fa il tatuaggio era nato come piccolo vezzo femminile come tanti altri accessori più o meno necessari di cui le donne fanno bella mostra. Poi, è entrato nelle palestre ed è andato a esaltare esteticamente i corpi più tonici e dediti al culturismo. Poi, infine, è diventata una vera e propria moda portando i tatuati ad essere una significativa fetta della popolazione giovanile, ma non solo. 
Il problema è che la fisicità dell'uomo italiano è abbastanza risibile: altezza molto contenuta, tratti abbastanza scuri e marcati, capelli spesso ormai dimenticati, ed i tatuaggi a trasformare il tutto in una sorta di affollato esercito di primati abbastanza insignificanti.
E tutto questo per uno sforzo di seduzione. E poi? Dopo la seduzione? Si diventa quarantenni, cinquantenni, ed infine arzilli vecchietti con tigri che solcano i polpacci bianchicci, o adiposi commendatori che nascondono fra le pieghe della pancia o del bicipite afflosciato una ammaliante sirena dal fare sensuale.
Il fatto però che i tatuaggi continuino ad aumentare a dismisura (anche nel vero senso del termine) mi fa essere senz'altro sicuro che sono più i vantaggi che gli svantaggi. E che il grande senso di sicurezza e di omologazione che essi offrono, ben valgono un piccolo imbarazzo da scontare in un lontanissimo futuro presso una casa di riposo all'avvento dell'estate e degli abiti corti e leggeri, quando in fondo chi mai presterà tanta attenzione ad un attempato vecchino con un "Tribale" sull'avambraccio?