25.7.06

La fatica della concentrazione

La concentrazione è una capacità intellettiva e fisica determinante nella qualità del nostro operato. Istintivamente il nostro corpo nell'agire tende a riproporre atteggiamenti ed a produrre sforzi su livelli analoghi a quelli già raggiunti in precedenza. L'età che avanza riduce le energie mentali, indebolisce la memoria e nel contempo accresce i problemi, le ansie, così appannando le energie creative e il vigore innovativo. Nel tempo l'acquietarsi di tali stimoli vitali colloca l'uomo su un piano di benessere raggiunto, dal quale fatica ad allontanarsene. Lo sforzo di cambiare o di creare sembra non valere il risultato che si prefigura, lasciandoci attrarre da obiettivi di livello inferiore ma più certi.
La rivoluzione è dei giovani, i capolavori artistici sono spesso il frutto di menti ancora in crescita e non sazie. La forza della rabbia è di chi non è ancora rassegnato.
Eppure, faticare per concentrarsi su un obiettivo o su un'idea è un impegno che può condurre l'uomo ad elevarsi su una dimensione superiore, consentendogli di percorrere ambiti ancora inesplorati o di conseguire mete di assoluto rilievo.
Dobbiamo lottare per difendere questa capacità di concentrarsi per raggiungere ciò che altrimenti lasceremmo disperdersi perchè apparentemente troppo lontano.

10.7.06

L'Italia del calcio è campione del mondo

Contro le previsioni e nonostante le pesanti accuse che tuttora pendono su arbitri, dirigenti e calciatori a seguito di presunti illeciti legati al campionato italiano, la Nazionale ha conquistato ieri sera il suo quarto titolo mondiale superando in finale la Francia.
La Coppa del Mondo di calcio si conferma un evento mediatico che va al di là delle infuocate domeniche per l'assegnazione dello scudetto e che raduna, davanti ai teleschermi delle case, delle piazze o finanche negli uffici, accanite platee di amici, parenti o colleghi accomunati da una sorprendente passione di bandiera.
Poche cose, forse nessuna, fermano un Paese come le partite della Nazionale in un campionato del mondo di calcio, nè le tragedie del terrorismo, nè le gioiose ricorrenze delle festività o delle ferie. Soltanto questa manciata di partite ha invece tale potere: i punti di vista personali scompaiono, la politica si ferma, le abitudini consolidate mutano, il senso del dovere si acquieta, la produttività economica può aspettare.
E i giocatori tornano ad impersonificare i nostri eroi di un passato che si credeva scomparso, lo sport recupera la sua natura e i suoi valori di purezza e lealtà. I giocatori e il pubblico insieme interpreti di una rappresentazione che sa emozionare e coinvolgere come poche.
E' ancora lecito sognare per novanta minuti.