15.1.13

Lotta per la sopravvivenza

Ci sono fatti della vita che possono improvvisamente modificare consolidate prospettive e abitudini, proiettandoci per sempre in una nuova realtà dove tutto appare da ricostruire.
Cambiano le gerarchie dei problemi e quelle di sogni ed obiettivi. Una solida angolazione di visuale è perduta per sempre, e ci mettiamo in cammino in cerca di un nuovo poggio dal quale provare a ritrovare i punti di riferimento sull’orizzonte.
Ma quello che prima era a destra ora lo scorgiamo a sinistra, dietro un’irta montagna. E quello che era davanti a noi si è misteriosamente posizionato alle nostre spalle, sì che soltanto torcendo il busto riusciamo a percepirne la presenza. Il basamento su cui fino a poco prima avevamo appoggiato sicuri la nostra persona, ci sembra di ricordarlo più basso, come se ora la nuova angolazione, per quanto per noi inusuale, fosse ad una quota superiore e la vista da lì più spaziosa.
E se cambiano anche gli obiettivi e le priorità è perché all'improvviso ci troviamo a dover pensare a noi stessi in un’ottica cui non eravamo abituati, quasi di atavico ritorno alle origini e di lotta per la sopravvivenza. Uomini primordiali che non hanno ancora spazio nella mente per dedicarsi ai frettolosi graffiti decorativi sulle pareti delle caverne, in quanto ansiosi di trovare sufficienti ciocchi da ardere e carne da cucinare.
Ed allora, in questa fase, credo che la cosa più saggia sia percorrere con cautela la foresta in cerca di buona legna asciutta da portare indietro con sé presso la dimora, per poi tornar fuori a scoprire pazientemente dove avranno deciso di ripararsi dal freddo belve e selvaggina, per dar loro la caccia.

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