22.5.13

Angeli armeni


Sto leggendo "I quaranta giorni del Mussa Dagh" di F. Werfel. Una corposa ricostruzione epica e romanzata di un episodio di resistenza armena contro le iniziative di deportazione e sterminio avviate dal governo turco nel 1915. Ne trascrivo un passaggio:

Ci sono due sorta di uomini. Gli uni sono gli animali umani, miliardi! Gli altri, gli angeli umani, saranno mille, o nel migliore dei casi diecimila.
Agli animali umani appartengono anche i grandi del mondo, i re, i politici, i ministri, i generali, i pascià, così come i contadini, gli artigiani, gli operai. [...] Hanno in mille forme una sola occupazione: fabbricare fango! Perché la politica, l’industria, l’agricoltura, l’arte militare, tutto questo è forse altro che fabbricazione di fango, per quanto essa possa essere necessaria? Se tu togli il fango all’animale umano, nella sua anima rimane la cosa più terribile, la noia. Egli non regge più con se stesso. E da questa noia viene tutto il male, l’odio politico e la carneficina.
Negli angeli umani invece vive l’entusiasmo! [...] L’entusiasmo degli angeli umani è la stessa cosa che il cantico degli angeli veri [...]. Ci sono angeli umani che tradiscono se stessi, che vengono meno a se stessi. Ma per questi non c’è misericordia, non c’è grazia. Ogni ora si vendica su di loro…

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