Sdegno generale dell'opinione pubblica e della categoria dei giornalisti in difesa della libertá di espressione e di stampa. Orrore per la violenza e per l'efferatezza del gesto, che non risparmia esecuzioni a freddo su persone già cadute a terra ferite.
Uno spaccato dell'attuale stato della società civile e politica di oggi dove le guerre sono ormai non solo civili e mondiali ma anche di strada, di quartiere, di religione.
Poi, vado a vedere queste discusse vignette e mi imbatto allora in una serie di disegni e testi che con ironia molto molto pesante e molto molto volgare si prendono gioco di temi religiosi nella loro più elevata connotazione. Bersagli preferiti le figure delle diverse religioni, siano esse quella musulmana o quella cattolica. Mi indegno. Molto. Mi offendono. Molto. Io non sparo, io devo abbozzare, io non faccio ricorso alla violenza. Bastano le parole a volte per rigettare una infamia. Ma... MA!
La libertà di stampa equivale a libertà di insulto? Ci rifletto. C'è a mio avviso qualcosa di più importante della libertá di espressione o della libertà di satira che può in qualche modo limitarla: è il rispetto per un'altra persona e per i suoi valori, siano essi politici, civili o religiosi. Sì, resto convinto che Il rispetto dell'altro, anche di un nemico, dovrebbe venire prima di tutto.
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