17.5.15

Giorgio Morandi, pittore filosofo

L'opera di Morandi richiede un'attenzione particolare posto che la scelta dei soggetti ritratti non aiuta: bottiglie, conchiglie, fiori e case dell'Appennino emiliano, che si ripetono in modo costante lungo la sua carriera.
Una visione in sequenza della sua produzione, come una mostra consente, può aiutare certamente l'osservatore ad orientarsi.
La sua grandezza pittorica e' nel percorso filosofico dell'uomo, che a partire da oggetti all'apparenza banali, estrae dagli stessi la loro essenza più intima.
Molti suoi quadri esaltano questo raffronto tra l'apparenza del reale (colta attraverso specchi, binocoli, finestre, cornici) e la stessa realtà, con pochi colori (per lo più bruni o violacei) che aiutano a penetrare l'anima delle cose.
Basterebbe esaminare con attenzione la serie di quadri dedicati nel corso della sua vita alle nature morte, fatte di bottiglie, trasparenti od opache, caraffe, zuccheriere, lampade o posate, disposte accuratamente su piani a mezza altezza, per cogliere questo processo di progressiva scarnificazione della realtà.
Finché, in chiusura di esistenza, sia che dipingesse bottiglie che alti casolari senza finestre e porte, l'effetto finale risultava ugualmente quello di una filosofica trascendenza del mondo fisico.
Cosi', quale emozione ci coglie davanti ai bianchi, candidi o acidi, delle sue bottiglie persiane su disadorni piani e sfondi bruniti..!

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