25.8.15

Genitori un po'

É di questi giorni la notizia di un neonato che viene sottratto d'imperio alla madre naturale, in quanto rea insieme al compagno di un'aggressione al precedente fidanzato, con tanto di acido scagliatogli sul volto. Le Autorità ritengono che essa non abbia le facoltà intellettive e di equilibrio psicologico, oltre ad essere reclusa per il reato commesso, per garantire quanto necessario alla corretta crescita del figlio. Potrá quindi vedere il bambino un tempo limitato, per una volta alla settimana.
Questo fatto mi ha fatto venire voglia di rivedere un film che a suo tempo mi piacque molto, I am Sam, con Sean Penn e Michelle Pfeiffer. Narra la storia di un uomo ritardato e autistico che diviene padre di una bambina invece senza problemi, dovendola crescere da solo in quanto subito abbandonato dalla compagna che non vuole ne' lui ne' la piccola Lucy. Con capacità intellettive di un bambino di 7 anni, Sam, affiancato da un avvocatessa di grido, combatte la sua battaglia processuale impari per non farsi sottrarre l'adorata figlia dagli assistenti sociali e dagli psicologi: costoro reputano infatti che Sam non possa fornire alla bambina il dovuto apporto, soprattutto quando lei avrà superato i 7 anni di età.
Questi due casi sono interessanti perché pongono in contrasto la dimensione naturale e istintiva della genitorialitá con tare intellettive di madre o padre, sulle quali gli esperti di infanzia emettono un giudizio scientifico di inadeguatezza.
Personalmente, resto dell'idea che ad un bambino che nasce, innocente e indifeso, non possa essere comunque sottratto il calore istintivo di un genitore, che per quanto con problemi, sente un figlio a livello epidermico, viscerale, come un'emanazione di se stesso, essendo portato ad amarlo incondizionatamente.
Certamente sono situazioni su cui gli psicologi infantili dovrebbero vigilare costantemente, per intercettare e prevenire ogni criticità che potrebbe comunque emergere, ma strappare d'ufficio una creatura ai propri genitori mi sembra il vero insopportabile crimine.

19.8.15

La ricetta del sugo di pomodoro crudo

Questo è uno dei miei piatti preferiti (ricetta tratta da www.giallozafferano.it)

Ingredienti per 4 persone

  • 450 g di pomodori da sugo (San Marzano, Piccadilly, pachino, datterini…)
  • 10-15 foglie di basilico fresco
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Un bel pizzico di sale
  • Pepe qb
  • 1 spicchio di aglio

Procedimento (preparazione: 15 min. + riposo)

Per preparare il sugo di pomodoro crudo, iniziate lavando bene i pomodori. Se usate una varietà dalla buccia piuttosto dura (come i San Marzano e, spesso, anche i Piccadilly), vi consiglio di sbucciarli, eventualmente dopo averli sbollentati qualche secondo. Tagliateli a pezzi e lasciateli scolare per 5-10 minuti, in modo che perdano parte dell’acqua di vegetazione; metteteli quindi in un mixer assieme alle foglie di basilico, all’olio, al sale e a un pizzico di pepe (1). Frullate a intermittenza per 20-30 secondi. In questo modo otterrete un sugo di pomodoro crudo dall’aspetto rustico, con ancora i pezzettini di pomodoro ben visibili (2).

Se desiderate una salsa più liquida ed omogenea, frullate ancora per 20-30 secondi. Aggiungete a questo punto l’aglio sbucciato e tagliato a metà (3). Coprite con un coperchio e lasciate riposare il sugo di pomodoro crudo in frigorifero per almeno 15 minuti. Al momento di usarlo per condire la pasta, ricordatevi di eliminare l’aglio.

Usate il sugo di pomodoro crudo per condire la pasta appena scolata o per preparare una deliziosa pasta fredda.

Consigli: il sugo di pomodoro crudo è una preparazione base che può essere arricchita con gli ingredienti che preferite, come capperi, alici sott’olio, parmigiano, pecorino, olive e erbe aromatiche a piacere.


16.8.15

Neologismi da abuso di Web

Tutto ciò che vanta un elevato numero di accessi su Internet oggi è definito "virale". Perché?!

13.8.15

La lezione di Lalla

Assisto in una piscina ad una lezione di nuoto riservata ad una ragazza affetta da una grave forma di autismo. Il padre, che l'accompagna, l'affida al maestro, un aitante giovane emblema di benessere e di vitalità. Lalla ha forse 13 o 14 anni, appare fortemente turbata dall'idea di entrare in acqua e sosta  irremovibile sul bordo della vasca, mentre le sue mani gesticolano freneticamente con misteriose logiche. All'improvviso elude l'attenzione del maestro e si lancia verso un angolo della piscina dove vede appoggiati molti tubolari di gomma colorata necessari per le lezioni. Sono di gomma piuma e quella morbidezza al tatto la conquista, e di colpo prende a morderne uno blu, staccandone dei pezzi per masticarli. Viene fermata e ricondotta presso la sua corsia dal maestro che, in modo dolce, la spinge forzatamente in acqua scendendo poi dietro di lei. La lezione é più che altro un susseguirsi di movimenti  che tentano di attirare l'attenzione della poverina, stimolandone il movimento a cavallo di una tavola da surf, ma il tutto condito spesso da laceranti urla di ribellione istintiva della ragazza.
Il padre la osserva da bordo vasca, a tratti la riprende con fermezza affinché si ponga in modo più docile verso il maestro. A volte invece la lascia fare, limitandosi a guardarla con aria affettuosa o anche distratta.
Lalla e il padre inconsciamente offrono una lezione di vita a tutti noi che li osserviamo ammutoliti. Non si sa quanto sia grande la sofferenza di lei, si può forse intuire quanto sia difficile il compito di lui. Certamente proviamo molta vergogna se riandiamo alle tante inutili manifestazioni di insofferenza che riempiono le nostre giornate, siano esse per il caldo, per un raffreddore o per un lavoro poco gratificante che ci annoia.

5.8.15

Elsa Morante e Roma


In uno splendido passaggio della sua Storia, Elsa Morante descrive così Roma:
 « La partenza fu strepitosa; e il viaggio, un vero raid fantascientifico per Useppe! Fecero tutto il Centro Storico, da Piazza Venezia a Piazza del Popolo, e poi a Via Veneto, Villa Borghese, e poi di nuovo indietro Piazza Navona, e il Gianicolo, e San Pietro! Si scaraventarono per tutte le strade con un rumore gigantesco, perché Ninnarieddu, per far sentire chi era lui, aveva abolito il sistema della marmitta. [...] Useppe non aveva mai conosciuto quei quartieri, che in un ciclone risplendente correvano addosso alla motocicletta di Nino, come a una sonda spaziale lanciata attraverso i pianeti. A voltare gli occhi in alto, si vedevano statue volare con le ali distese fra le cupole e le terrazze, e trascinare i ponti in corsa con le tuniche bianche al vento. E alberi e bandiere giostrare. E personaggi mai visti, sempre di marmo bianco, in forma d'uomo e di donna e d'animale, portare i palazzi, giocare con l'acqua, suonare trombe d'acqua, correre e cavalcare dentro alle fontane e appresso alle colonne ... »