12.10.05

Chiesa e Divorziati

Si accentuano i disaccordi all'interno delle gerarchie ecclesiastiche sul rapporto tra i divorziati e l'osservanza del sacramento della Comunione.
E' un tema fra i tanti che impegnano la Chiesa nel suo quotidiano confronto con la società civile e l'evoluzione dei costumi della collettività. Contraccezione, Divorzio, Coppie di fatto o omosessuali. Temi molto seri e molto complessi da affrontare, volendo ricercare una soluzione che sia regola lineare ed univoca.
Sono temi che dividono la collettività dei credenti, la quale è giocoforza e a vario titolo toccata dalla complessità e dalle difficoltà del vivere quotidiano. Esperienze molteplici, tutte diverse, che mal si attagliano a indirizzi netti e drastici.
Ma la Chiesa è un modello di vita, è un riferimento costante per chi vi si affida. Può un modello perdere di attendibilità e farsi trascinare dai confusi ma reali accadimenti della vita terrena?
C'è un contrasto insanabile a mio avviso nel voler conciliare le esigenze fortemente individuali della persona con il messaggio universale e, di conseguenza, giustamente unico del Clero. Le forze centrifughe che guidano inconsciamente l'uomo, contrastano con la Fede centripeta che mantiene il vero credente teso verso Dio.
Da questo asintoto si genera secondo me una virtuosa purezza di cuore che, in quanto vera e non alibi, può riscattare il peccatore riavvicinandolo alla riconciliazione.
Su questa convergenza asintotica, a mio avviso, la Chiesa può trovare spazi di apertura attraverso i quali ridurre la distanza con gli "emarginati", allo stesso tempo modernizzando il proprio rapporto con la Società civile, troppo radicata nelle sue manifestazioni evolutive per non essere ascoltata ed eventualmente rispettata.

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