11.10.07

La poca percezione del sè

Ascoltando, come spesso mi capita, le lamentele di persone scontente della propria situazione personale e professionale, mi accorgo come molti non abbiano alcuna percezione dell'opinione che suscitano nell'ambiente circostante o nei loro interlocutori.
Penso si tratti di scarsa capacità di autoanalisi o poca disponibilità a mettersi in discussione. E forse non sufficienti doti di empatia.
Un primo caso riguarda le tante persone afflitte dalla logorrea. Quando mi trovo travolto da un fiume innarrestabile di parole e di concetti ripetuti quattro, cinque volte, se non il raziocinio almeno l'espressione afflitta e prigioniera del mio viso dovrebbe servire a suggerire a chi mi sta di fronte che l'insistenza nel trattare un argomento ha superato i limiti del buon senso.
Un altro esempio è rappresentato dalle persone che si ritengono dotate di capacità e stili comportamentali da portare a modello e che invece la generalità dell'ambiente circostante assolutamente non riconosce loro.
Ciò quindi determina una forte discrasia fra le giuste aspettative di questi e la disapprovazione che inaspettatamente ne ricevono in cambio.
Anche in questo caso parlerei di difficoltà a mettersi in discussione o a scendere da un piedistallo sul quale si è saliti ma senza l'incoraggiamento di nessuno.
Mi ripeto dicendo che è più faticoso di quel che sembri raggiungere una efficace e ragionevole interazione con il mondo circostante, ove la percezione di se stessi sia costantemente oggetto di attento monitoraggio e severo governo.

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