In chiusura di un anno in cui il Paese è stato sottoposto ad una fortissima pressione recessiva dell'economia, ci ritroviamo di fronte ai consueti riti dello shopping frenetico e delle vacanze rigeneranti. Ma senza soldi da sperperare.
Vedo la gente che affronta stancamente la processione nelle strade affollate di traffico, senza la voglia che c'era in passato, come se alla fine pesasse un po' a tutti ritrovarsi alle prese con regali e cenoni.
Mi raccontano che all'estero, in Germania ad esempio, in molte famiglie il Natale è la festa dei bambini e soltanto ai bambini sono riservati gli affascinanti doni. Non sarebbe un esempio da imitare? Abolire i regali fra adulti, la spirale consumistica che ci porta a scegliere costosissimi articoli per i nostri amici e cari, ed a riceverne da loro altrettanti, in un vorticoso giro di denaro che potrebbe trovare scopi ben più solidi.
Il Natale ispira anche riflessioni, perchè sono troppe le persone che elemosinano per le strade, troppe le famiglie che a fatica trovano ogni mese l'indispensabile di cui vivere. Scorgi anche molta ipocrisia e un insopprimibile egocentrismo che porta a dedicare agli altri un ascolto scarso o finto.
Laicamente parlando, prescindendo cioè dal valore religioso della Festa, penso a quanto sarebbe bello se il Natale riuscisse ad essere un momento di forte ascolto interiore, un'occasione da cogliere per cambiare qualcosa del nostro modo di essere che sappiamo non andar bene ma che non abbiamo il coraggio di affrontare. Un raro momento di stacco dalla routine e di clima gioioso come questo, potrebbe essere la migliore circostanza per meditare una ripartenza nuova e su presupposti diversi, finalmente consapevoli che la maleducazione e il disinteresse per gli altri sono un qualcosa che non deve esser parte di noi.
Poi, però, purtroppo ci ritroveremo fra un anno a fare gli stessi sogni ed a correre come invasati per le vie della città, in cerca dei regali più sorprendenti per gli amici ed appaganti per il nostro bisogno di piacere loro.
Buon Natale!