23.3.09

S.O.S. cercasi un bel libro

Con grande fatica e sforzo di volontà cerco di difendere qualche mezzora della settimana per continuare a leggere libri. Se potessi tornare indietro all'adolescenza, quanto sfrutterei di più quegli anni in cui la mente è sgombra di pensieri e assorbe tutto con estrema facilità! Oggi leggere un libro mi richiede indicibili sforzi di concentrazione oltrechè il sacrificio di privarmi di altro che magari sarebbe esperienza ben più riposante.
Ma la ricchezza che dà la lettura di un libro, non la dà l'ascolto di una canzone o la vista di un quadro. Lo sforzo che fa la mente per calarsi in una storia, nella psicologia dei suoi personaggi, nella tensione della trama che vi si sviluppa, forniscono stimoli insostituibili alle nostre esistenze banali.
Però c'è un "ma".
Se da un lato siamo sommersi dai libri che vengono pubblicati ogni giorno e tra i quali ci smarriamo entrando in una libreria, dall'altro mi sembra sempre più difficile incappare in un libro che mi soddisfi pienamente.
So di essere forse troppo esigente, di evitare i best seller che mi ispirano un sapore di produzione industriale, di non avere una particolare passione per i gialli e la fantascienza, di cercare dei libri da portarmi dentro per sempre.
Per me la prima cosa che conta è la trama. Una trama semplice e lineare, ma avvincente ed originale è alla base di un bel libro.
Mi sembra però che vi sia una crescente tendenza a sviluppare trame contorte e di non immediata comprensione, come se al lettore al pari di un investigatore si richiedesse lo sforzo di decifrare flebili indizi sparsi qui e là dall'autore per riuscire a dare un senso ai vari capitoli, pena il sentirsi inadeguati o intellettivamente inferiori. E' qualcosa che accade anche nei film e che mi indispettisce molto.
Per non parlare del numero esagerato di personaggi che vengono introdotti nella storia, ma che spesso finiscono per essere un mero riempitivo, non sentendosi alcuna necessità reale della loro presenza nella trama.
Poi c'è la poesia, che dovrebbe emozionare e far volare il lettore a prescindere dalla trama in sè.
Ma anche qui, spesso, mi trovo ad avere a che fare con libri noiosi, freddi come se fossero stati studiati a tavolino. Magari perfetti nello stile, ma incapaci di cogliere il senso poetico che sarebbe richiesto da una storia anche se molto semplice.
Poi, se una trama ben sviluppata ed avvincente si sposa con uno stile fluido ed una narrazione poetica, allora si può ben parlare di un capolavoro, ma siamo già un bel pezzo avanti, giacchè non è facile trovare scrittori che risultino eccellere nell'uno e nell'altro aspetto.
Così, ogni volta che inizio un libro, purtroppo non molti nell'anno, lo faccio con la speranza che sia quello giusto, che magari mi possa restituire le emozioni della lettura che provai quando ragazzino lessi Steinbeck, Kafka o Hesse, o che riassaporai quando, ormai grande, mi imbattei nei libri di Moravia, Saramago o Maggiani.
Sorrido ora, quando mio figlio di tre anni mi viene incontro chiedendomi con gli occhi assetati di sapere "papà, mi leggi un bel liblo?".

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