16.3.09

Quando una città diviene cosmopolita

Se ci guardiamo indietro, la trasformazione subita da Roma (ma gli stessi argomenti possono ben applicarsi a molte altre città) negli ultimi venti anni trova la sua maggiore espressione nell'elevato numero di cittadini di altre razze e paesi che l'hanno scelta, o hanno dovuto sceglierla, per viverci.
Roma, per sua natura, ha sempre faticato a acquisire una dimensione internazionale o, quantomeno, mitteleuropea, a differenza ad esempio di Milano. Ciò per effetto di fattori oggettivi (la sua collocazione geografica più esterna al circuito degli affari transnazionali ad esempio, o la minore attitudine del suo tessuto economico-sociale allo sviluppo infrastrutturale e dei servizi), ma anche soggettivi, quale può dirsi un certo orgoglioso attaccamento localistico al proprio passato ed alle proprie antiche ed epiche origini.
Eppure, nell'ultimo ventennio il distaccato disincanto dei suoi abitanti ha favorito una crescente coesistenza con gente di tutto il mondo. Profughi provenienti dall'est europeo, dall'Africa, dal Sudamerica o dall'Asia, Paesi dalla cui prospettiva Roma appariva comunque una terra promessa, magari di serie B perchè anch'essa piena di problemi e di disagio sociale, ma comunque appetibile agli occhi di tanta gente disperata.
Ora che a posteriori il processo è ormai a regime, si può dire però che nel complesso abbia giovato alla stessa città, che dovendo affrontare problemi del tutto nuovi rispetto al passato ha compiuto un passo in avanti verso contesti urbani molto più evoluti su un piano dell'integrazione e della globalizzazione.
Roma sembra oggi non solo molto vicina a Milano - se non più avanti in taluni approcci delle istituzioni verso il problema delle minoranze - ma forse anche più vicina a realtà come New York, Parigi o Londra, che il medesimo cambiamento lo hanno affrontato e metabolizzato decenni prima.
L'aumento della violenza (reale o strumentale alle parti più reazionarie?), la dispersione di valori e culture locali, non devono far perdere di vista il fatto che aspetti positivi ben di maggiore portata stanno accompagnando questa epoca di migrazioni, trasformando Roma, come le altre città italiane, in "città del mondo", con impagabili vantaggi in termini di avvicinamento ad un reale venir meno delle barriere fra i paesi ed i popoli.

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