25.2.12

Il venditore di pesciolini

Entro nel negozio che è ormai tardo pomeriggio. Il locale è in penombra. Le luci che più si notano sono quelle colorate che rischiarano i fondali degli acquari, disposti in file e pile come se New York fosse Atlantide. In ogni riquadro famiglie di pesciolini ruotano placidamente attorno alle verdeggianti alghe, ricevute in pietoso dono dal proprietario del negozio. Lui è dietro il bancone. Non mi rivolge la parola quando entro, ma imperterrito prosegue nella visione di un film sul suo computer portatile. Le voci degli attori sono mescolate ad uno sciabordio di acque ed onde: penso che sia la cosa più normale in quel posto. L'acqua dei pesciolini è invece silenziosa, umile, rispettosa di quegli esserini multicolori che imprigiona ma cui dà vita. Passo in rassegna le vaschette una ad una. Mentre guardo le diverse specie, distinguibili per gli strabilianti colori donati da madre natura, penso che mai comprerei  un acquario per esibirlo in casa. I pesci come i canarini non vanno sottratti agli spazi immensi.
Il negoziante continua arcigno a guardare il suo film. Ugualmente non mi saluta quando esco dal negozio come fuoriuscissi dal portellone di un sottomarino immerso negli abissi marini per risalire alla superficie della vita.

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