18.6.12

I motoscafi e il sole

Gruppi di uomini e donne vestiti a festa con gli abiti più sfarzosi, si dirigono verso feste esclusive a bordo di potenti motoscafi.
Dritti, in piedi sui fuoribordo che sfrecciano lanciati a tutta velocità, gli invitati esibiscono con tracotanza la loro appartenenza all’elite della città, cercando l’invidia della gente che li osserva da lontano e la curiosità dei fotografi convenuti ad accoglierli per lo sbarco.
Adeguandosi alle tradizioni del luogo che li ospita, indossano maschere multicolori. Sono maschere di piumati, di personaggi celebri, di donne fatali. Molti altri celano i tratti più personali dei volti dietro mascherine vellutate, che quasi ne ostacolano la prorompente voglia di apparire e di essere riconosciuti.
Intanto, sulle acque increspate dai rombanti motori, le ultime luci del giorno vanno disegnando cangianti riflessi sempre diversi, che paiono colate di rame o persino onde d'oro. Finchè il sole non va a nascondersi dietro le sagome brunite dei muri di lontane chiese ed abitazioni, lasciando alla notte una vanità che non gli appartiene.

13.6.12

Sulla nobiltà e la dignità

Quale nobiltà d’animo v’è in una persona che di fronte a chiunque, qualsiasi sia la posizione sociale di questi, possa esservi o meno un tornaconto dalla relazione che egli intrattiene con il suo interlocutore, si rapporta e parla con tale individuo con assoluto rispetto della sua dignità.
Calpestare la dignità di una persona ha la stessa gravità di un omicidio.

12.6.12

Ma ci serve tutto?

Deve generare effetti certamente benefici il riuscire a spogliare la nostra esistenza di una serie di lacci che ci tengono vincolati a necessità materiali assolutamente superflue e ridondanti. Si tratterebbe di mostrare disponibilità verso il ritorno ad una dimensione di vita strettamente regolata dalle esigenze basilari e da una quantità minima di “di più” che basti a soddisfare il nostro lato più ludico.
Con il trascorrere delle generazioni abbiamo invece assistito ad una tendenza inversa, secondo la quale una maggiore distribuzione della ricchezza ha reso diffuse abitudini accessorie un tempo proprie delle sole fasce di popolazione più agiate. I viaggi, le cene al ristorante, le autovetture, le tecnologie dei telefoni, dei computer, degli hi-fi, l'abbigliamento alla moda, rappresentano ormai un’abitudine di spesa frequente, dalla quale con molta fatica ci potremmo staccare.
In epoche di crisi quali l’attuale, viene automatico verificare il proprio regime di spesa, ed allora ci si accorge che molte delle cose che facciamo o compriamo non sono così indispensabili come ci possono sembrare d’istinto, ma che risultano piuttosto una sorta di gratificazione che ci concediamo per sentirci al passo con i tempi in cui viviamo, con le persone che frequentiamo o con i modelli vincenti che ci vengono somministrati dai media.
In questo senso, un periodo di forte recessione e di contrazione dei consumi familiari può rappresentare un’opportunità per ritrovare un approccio di vita maggiormente essenziale ed orientato alla sobrietà. E ritrovarsi circondati dalle sole cose che effettivamente contano, potrebbe semplificare molto la nostra vita e fortificare i nostri comportamenti a favore di una rivalutazione di valori veri, sociali, interiori.