8.11.12

Acquisizione di consapevolezza

Per caso, mi è capitato di imbattermi in due opere, un libro e un film, che mi hanno suggerito una comune chiave di lettura.
Si tratta di Cosmopolis, romanzo dello scrittore De Lillo, e di Tree of life, film del regista Malick. 
Non sono lavori facili e di agevole interpretazione. O meglio, lo sviluppo della trama è in entrambi i casi molto rarefatto e contraddistinto da pochi fatti salienti. Sono quindi lavori che richiedono una attenzione particolare e maggiore fatica in termini di concentrazione, tanto sono onirici e visionari in molti loro passaggi. 
Entrambi, però, lasciano la rara sensazione di qualcosa che si ha voglia di iniziare nuovamente, e subito, da capo. E questo è già un risultato non comune.
Ma ciò che più li accomuna, trovo sia la capacità che i due autori hanno nel rappresentare un complesso processo di evoluzione psicologica del rispettivo protagonista, il quale da figura vincente, spavalda e premiata dalla vita, si trova costretto suo malgrado a sentirsi nascere dentro un crescente germoglio di cambiamento e di consapevolezza di una sconfitta, o comunque di un ripensamento della propria esistenza.
In Cosmopolis il protagonista si allontana gradatamente dal potere, dal successo della posizione economica, dalla sua strabiliante ricchezza, fino ad una rivolta personale contro se stesso.
In Tree of life, la dimensione è maggiormente interiore, ed il personaggio principale (un bravo Brad Pitt) riconosce il fallimento della sua durezza di padre, di marito e di essere umano, cocciutamente rigoroso e perfetto nei suoi modi borghesi inattaccabili.
Mi piace fissare nella memoria questo parallelo, perché non capita poi così spesso di leggere un libro o di guardare un film, entrambi contemporanei, che scavino nella psiche umana in modo così realistico ed efficace.  

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