30.3.11

Società in divenire

Vedere come anche in Italia sia rispettata la regola del divieto di fumo nei luoghi pubblici chiusi, al pari dell'obbligo del casco su moto e motorini o della ricerca di un'alimentazione e di uno stile di vita più sano, dimostra quanti passi in avanti importanti siano stati fatti e quanto le persone abbiano la consapevolezza di un comportamento responsabile quando sono in gioco le possibilità di sopravvivenza (tumori, incidenti, etc.).

Magari, tra qualche decennio ci scopriremo altrettanto rigorosi e responsabili nel rispetto degli obblighi fiscali, delle regole di educazione civica, dei principi di altrusimo e tolleranza. Perchè no?!

25.3.11

Ad armi uguali

Bisogna combattere ad armi uguali, chi non vuol restare sicuramente inferiore. Dunque tutto il mondo oggidì essendo armato di egoismo, bisogna che ciascuno si provveda della medesima arma, anche i più virtuosi e magnanimi, se voglion far qualche cosa. (G. Leopardi, da "Zibaldone")

Sulle canzoni di rivolta

In un provocatorio passaggio del suo ultimo libro "Freedom", Jonathan Franzen fa dire ad uno dei personaggi principali che le canzoni rock, anche quelle ritenute di opposizione al Sistema (fa l'esempio di Bob Dylan), non sono che "chicklets" (gomme americane alla menta), ossia gustose gomme da masticare ed assaporare, che vengono poi gettate via una volta consumate.
E al contrario cita la "Marsigliese" quale vero esempio di canzone di protesta, sulle note della quale fu condotta la Rivoluzione francese.
Un paradosso che mi piace per il modo con cui pone le giuste differenze fra ciò che è profondamente eroico e ciò che lo è meno.
E sì che io colloco Dylan fra le forme di arte più ispirate degli ultimi decenni.

24.3.11

L'abito fa il monaco

In questo periodo mi capita spesso di viaggiare per lavoro. Più che in passato noto quindi le persone che affollano gli aeroporti, soprattutto in coincidenza delle tratte più frequentate. Quella fra Roma e Milano è senz'altro fra queste.
In particolare faccio caso alle tipoogie di persone: gli uomini di affari altolocati, i rappresentanti di commercio, i giovani impiegati, i giovani dirigenti, i dirigenti vicini alla pensione, le donne manager. Poi negli orari più comodi compaiono i vip, le anziane signore, le mamme con bambini, le coppie in vacanza, e così via.
Notavo come ora i manager abbiano sostituito la normale borsa da viaggio con più sportivi zainetti da trekking. Capita così che sopra un abito gessato grigio, con l'orlo rigorosamente corto a scoprire tutta la scarpa (perchè fa molto finanza inglese...), sopra un trench rigorosamente firmato, penzoli dunque lo zainetto, probabilmente riempito con un cambio di biancheria ed una camicia.
Non dovrei, ma questa omologazione delle divise da lavoro e il poco coraggio nel non scegliere un abbigliamento che passi banalmente inosservato, è fra le cose che più detesto nei viaggiatori che incrocio. Forse più del tic nervoso con cui ormai continuamente tutti controllano lo schermo del proprio telefonino, sperando di trovarvi messaggi o chiamate cui rispondere, o del modo scomposto con cui occupano il proprio posto sull'aereo, invadendo braccioli e spazi di spettanza del vicino di poltrona.

22.3.11

La cacca di cane

L'uomo camminava con il bambino al fianco. La traiettoria del primo era sicura e diritta. Quella del piccolo più pigra, distratta da idee e dettagli della strada, uno zigzagare che a volta intralciava il percorso del padre. Nonostante ciò, facevano progressi lungo il percorso che avevano intrapreso.
Ma una cacca di cane guastò tutto. Con mira straordinaria, il bambino - lo sguardo distratto dai luccichii che lo circondavano - vi pose sopra un piede schiacciandola in una nauseabonda frittella. E goffamente anche l'orlo del pantalone andò a tingersi dell'olezzoso color marrone.
Il padre sfogò il suo disappunto sul bambino, poi prese a maledire i cani e i padroni dei cani e perfino le associazioni animaliste.
Qualcuno aveva lasciato che il proprio cane facesse i suoi bisogni in mezzo ad un marciapiede. Qualcun'altro aveva sfogato il suo disumano odio per questi.
Il cane ed il bambino avevano invece proseguito la loro giornata, con l'immutata felicità della loro innocenza.

15.3.11

La bicicletta

Si sollevò sulla punta di un piede, mentre l'altro scavalcava la canna orizzontale che univa il sellino al manubrio. Infine si sedette con tutto il peso del corpo, le mani saldamente ferme sulle manopole di gomma dura in prossimità delle due leve dei freni.
Con un deciso colpo di pedale, la bicicletta prese a muoversi e con giri sempre più rapidi delle ruote, si insinuò silenziosa fra due ali d'aria.
Delle buche sul terreno fecero sobbalzare il mezzo, liberando per un momento il suono ferroso delle maglie oleose della catena. L'uomo si sollevò leggermente sul sellino per non subirne i colpi. Poi tornò a sedersi e la bicicletta riprese con silenziosa fluidità la sua corsa.