4.5.11

Un ricordo scolastico su Paolo Di Nella

I miei anni scolastici (scuole medie inferiori e superiori) sono coincisi con gli anni di piombo del terrorismo di matrice politica. Dal 1977 al 1983 sembrava quasi normale che si sparasse nelle strade, che venissero uccisi magistrati e giudici, che ci si picchiasse alle manifestazioni. Più di una volta sembrò di essere ad un passo dalla guerra civile.
Finchè poi vennero il riflusso, il boom economico, la Milano da bere, il Craxismo nei suoi lati positivi e negativi, a spazzare via tutto.
A ripensare a quegli anni suona strano immaginare che imberbi ventenni tenessero sotto scacco il Paese, eppure era così, lo Stato sbandava paurosamente. Ma al di là delle frange terroristiche più estreme e violente, quelle erano le ultime generazioni del dopoguerra che crescevano con un sincero ed appassionato impegno politico giovanile.
La mia scuola, il Liceo scientifico Righi di Roma, passava per un istituto politicamente collocato a Destra. Si trattava di un liceo ritenuto fra i più seri e che ospitava in prevalenza giovani provenienti dalla media borghesia romana. A meno di cento metri c'era il Liceo classico Tasso, anch'esso ottima scuola, ma di tutt'altro orientamento politico. Ovviamente i dissidi tra le due scuole erano abbastanza all'ordine del giorno...
Confesso che al tempo ero più imberbe degli imberbi studenti militanti e poco mi interessavo di politica, ancora preso com'ero da passioni adolescenziali quali la musica o lo sport. Scelsi così il Righi, soltanto perchè volevo compiere studi scientifici e perchè esso offriva sufficienti garanzie per la tranquillità dei miei genitori.
Fra i ricordi più vivi che conservo di quegli anni c'è quello legato a Paolo Di Nella, che entrò a far parte della mia classe nell'ultimo anno di corso.
Di Nella era un appartenente al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile di destra che ha avuto fra i suoi aderenti anche l'attuale sindaco di Roma, Alemanno.
Ebbene, una sciagurata sera nel febbraio 1983, Di Nella venne colpito con violenza da una banda rivale mentre appendeva manifesti a sfondo socio-culturale nel quartiere Africano. Rimase in coma sette giorni prima di morire al Policlinico Umberto I. Vennero a visitarlo il Presidente Pertini (contestato) e i nostri Rappresentanti di classe.
Fu uno shock per tutti noi. Stavamo organizzando la festa di Carnevale e la gita per i cento giorni alla Maturità. Tutto fu ovviamente rivisto. Quell'episodio ha segnato probabilmente il mio ingresso nel mondo degli adulti e forse inconsciamente ispirato il mio recente libro.
Paolo Di Nella, al pari di altri come lui, aveva certamente alle spalle episodi legati a manifestazioni più o meno violente e ad accese battaglie politiche e studentesche. La cronaca dice che nel 1981 si iscrisse ad un istituto scolastico privato per sfuggire a minacce che gli erano state rivolte presso la scuola dove studiava in precedenza (peraltro, la cronaca stranamente nulla dice del fatto che nel 1983 fosse divenuto uno studente del Righi).
Il mio ricordo di lui è quello di un ragazzo taciturno, apparentemente più grande dell'età che aveva. Occupava un banco dell'ultima fila e talvolta lo scoprivi assorto su testi di carattere politico (ricordo un'edizione de Il Capitale di Marx). Ricordo anche, che era estremamente mite e gentile nel parlarci, quasi si sforzasse di trovare un canale di comunicazione con noi altri, da lui forse inquadrati quali ragazzi inesperti che poco potevano capire della profonda passione politica che accendeva il suo animo.
In effetti noi non sapevamo nulla del suo privato, nè chi fosse, da dove venisse o cosa cercasse. Era un ragazzo poco più grande che avevamo accolto con la pura spontaneità che solo i giovani sanno esprimere. Senza sapere che un pezzetto di storia politica del Paese si stava svolgendo proprio lì intorno a noi.

Nessun commento: