23.5.11

Quale futuro per i bambini di oggi?


I dati sull'economia italiana non lasciano intravedere alcun segno di ripresa.

Il tunnel che abbiamo imboccato nel 2007 sembra ancora lungo e tristemente oscuro. Il problmea occupazione è drammatico, il mercato del lavoro è asfittico, molti giovani in possesso di pregevoli titoli accademici faticano ad incontrare aziende disposti ad assumerli. Il precariato cresce e con esso aumentano le difficoltà di creare nuove famiglie e di rigenerare la popolazione del Paese con forze fresche su cui investire, di rilanciare i consumi e di conseguenza gli investimenti industriali.

Un loop che sembra senza fine. Guardo i miei figli e come uno struzzo non voglio pensare alle difficoltà che dovranno affrontare per inserirsi nel ciclo produttivo. Mi auguro che avranno la forza d'animo di scegliere l'estero, i Paesi a più alta innovazione, forse con minore stabilità occupazionale, ma dove il merito paga ed è l'unica cosa che conta per tirare avanti.

In questo quadro cupo, non sapendo nemmeno a cosa possa servire investire capitali con tassi di rendimento che si differenziano gli uni dagli altri di pochi decimali di punto senza per questo cambiarci la vita, prendo la decisione di stipulare una polizza di capitalizzazione per ciascuno dei due ragazzi. Un salvadanaio che li metta in condizione, conclusi gli studi, di affrontare un percorso di specializzazione all'estero: una risorsa in più per qualificarsi sul mercato del lavoro, italiano o non.

Allora mi sento più soddisfatto. Sembra che l'investimento abbia più senso, a prescindere se il tasso di rendimento netto sia del 2, del 3 o del 4%. Coraggio, ragazzi!

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